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SEI GRADI DI SEPARAZIONE – Completo

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SEI GRADI DI SEPARAZIONE – Corso completo!
Nutrire l’immaginario visivo degli adulti attraverso le connessioni che possono darsi tra la letteratura, le arti visive e performative, la natura

con Elisabetta Cremaschi 
sabato 26 novembre 2016
dalle ore 10.00 alle ore 17.00 con pausa dalle 13.00 alle 14.00
100 euro

Einstein on the Beach, progetto e regia Robert Wilson – libretto e musica Philip Glass, 1976 photo Sara Krulwich/The New York Times, 2012

Einstein on the Beach, progetto e regia Robert Wilson – libretto e musica Philip Glass, 1976
photo Sara Krulwich/The New York Times, 2012

PREMESSA
«Se le porte della percezione fossero sgombrate,
ogni cosa apparirebbe com’è, infinita»
William Blake

Quando si inizia a occuparsi di narrazione per immagini si prova un forte senso di inadeguatezza. Trovarsi di fronte un alfabeto nuovo che fino a quel momento credevamo di padroneggiare, poter condividere e riuscire a tramettere alla perfezione, pone in una situazione di forte estraniamento, in una piccola terra di nessuno che dobbiamo decidere se conquistare o no.

In quel luogo, vedere o guardare, meglio saper porsi in ascolto, poter contare su un bagaglio di informazioni o su un immaginario visivo divergente e dinamico, divengono questioni determinanti per procedere nello studio del visivo e trasformarlo in strumento utile alla propria professione, passione o, semplicemente, per non lasciare che il tempo, le sedimentazioni del pensiero e le abitudini deprivino la nostra percezione estetica della potenza visionaria, fondante e rivelatrice di ciascuna identità. Man mano poi che si procede sulla via dell’approfondimento del mondo visivo e della sua rappresentazione artistica, tutto diviene più complesso. A questo punto non si tratta, almeno non solo, di un problema di ampliamento della conoscenza, ma piuttosto dell’urgenza di come fare e continuare a fare esperienza, di come e in quali modi seguitare a stupirsi, meravigliarsi, di come trovare stimoli utili ad alimentare l’immaginario visivo, unico mezzo con cui conduciamo il nostro muoverci nell’universo delle figure, e renderlo sempre più sensibile, permeabile al nuovo e ricettivo.

DESCRIZIONE DEL TEMA
La scelta di usare la teoria dei Sei gradi di separazione (formulata nel 1929 dallo scrittore Frigyes Karinthy, in semiotica e in sociologia è un’ipotesi secondo la quale ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari) come titolo di un progetto a cui mi dedico da anni prima di una tipologia di corso, deriva dalla necessità di trovare qualcosa di conciso utile a identificare la possibilità di indagare i processi di ampliamento dell’intelligenza sensibile attraverso la pratica delle molteplici connessioni – qui tra i diversi tipi di narrazione e linguaggi – che possono darsi a partire da un solo dato conoscitivo, semplice o complesso che sia.

Comprendere a sapere padroneggiare queste connessioni tra gli elementi del mondo visivo e i generi narrativi che lo rappresentano artisticamente, è una concreta opportunità per rifuggire dall’illusione di sapere – in cui cadiamo tutti prima o poi – e dal pericolo di quella staticità che spesso confondiamo con l’originalità di uno sguardo individuale.

Quello che fin qui ho compreso, appunto il tema di questo corso, è che l’unico modo per far emergere e riconoscere come autentici i contenuti dell’esperienza estetica, e poterli così trasformare in conoscenza spendibile e trasferibile, è metterli in relazione creando molteplici connessioni in grado di formulare un nuovo dizionario sensibile a cui attingere ogni volta che sentiamo il bisogno di ampliare la capacità di visione, di trovare le parole che offrano nuove interpretazioni delle immagini con cui veniamo in contatto ogni giorno, in modo che il mondo visivo continui a rimanere una fonte inesauribile di ispirazione. Un tesoro di libertà da alimentare e custodire, come quando si era bambini.

 "n.29 di “Beneath the Roses”, Gregory Crewdson, 2006

“n.29 di “Beneath the Roses”, Gregory Crewdson, 2006

PROGRAMMA
Utilizzando uno sguardo:
narrativo;
pedagogico;
filosofico.

Si parlerà di:
estetica, in particolare di suggestione, percezione e educazione estetica;
vedere, guardare il mondo visivo e saper porsi in ascolto di fronte all’opera d’arte;
libertà di fantasticare ed ebbrezza artistica;
fenomenologia, semiotica e di segni e simboli;
intelligenza sensibile e di sensibilità artistica;
potenzialità di visione e di capacità di creare connessioni incongrue e di senso.

Mettendo in connessione elementi tratti da:
la letteratura;
l’arte;
l’illustrazione;
il fumetto;
la fotografia;
l’architettura;
il cinema;
il teatro;
la danza;
la musica;
la natura.

Il tutto per favorire la formazione di un immaginario visivo che possa dirsi ricco, unico e personale, sensibile e permeabile alla percezione del nuovo e dell’inatteso.
A partire dall’infanzia, naturalmente.

OBIETTIVI
Ciò che viene proposto in questo corso vuole essere, al contempo, un elemento di ispirazione, uno stimolo per tentare nuovi percorsi di studio e ricerca, una visione, una modalità altra di approccio alle narrazioni e al loro utilizzo, in particolare, al visivo in tutte le sue declinazioni.

L’obiettivo che il corso si prefigge è quello di offrire strumenti utili all’acquisizione delle conoscenze e abilità necessarie per riuscire a creare connessioni di senso e significato tra immagine e parola e tra i diversi generi di narrazione. In particolare, di narrazione visiva.

Conoscenze, abilità e modalità che potranno essere ricondotte e concretamente applicate nell’ambito professionale, di studio e di interesse di ciascun partecipante.

A CHI È RIVOLTO
Questo corso si rivolge in particolare a tutti coloro che, per motivi professionali, per interesse o per passione, frequentano con assiduità le narrazioni e sono interessati ad approfondire, entrare nei meccanismi di sviluppo e alimentare la conoscenza dell’immaginario visivo.

Autori e illustratori, educatori, operatori museali, art director, grafici, figure provenienti dal mondo dell’editoria specializzata, librai, bibliotecari, tra gli altri, rientrano nel pubblico ideale di Sei gradi di separazione.

L’INSEGNANTE
Elisabetta Cremaschi
Elisabetta Cremaschi è nata a Mirandola nel 1969, si è laureata a Bologna in Scienze Politiche con Pier Cesare Bori e una tesi in filosofia morale dedicata al pensiero di Maria Zambrano, nell’ambito della filosofia, letteratura e arte spagnola ed ha frequentato il Master di Alta Formazione dell’Accademia Drosselmeier – Centro studi di Letteratura per l’Infanzia di Bologna. Libera docente di Pedagogia delle Narrazioni e giornalista, si occupa di narrazione – con particolare attenzione alla cultura dell’infanzia e allo studio dell’immaginario – e ha alle spalle un percorso ventennale nel mondo dell’organizzazione, promozione e della formazione culturale rivolta agli adulti, ai bambini e ragazzi e spesa nella collaborazione con enti pubblici e strutture private di formazione letteraria, artistica, grafica, editoriale, libraria e dedite all’educazione alla lettura. In qualità di esperta di storytelling e letteratura per l’infanzia, collabora con case editrici italiane e straniere, si occupa di editing e scrive per riviste specializzate di settore e generaliste. È da questa storia professionale che nel 2011 ha preso vita il blogGAVROCHE Parole e figure dell’infanzia”.