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Dopo due stagioni di Camera con vista. Visita non guidata dell’immaginario alla Pinacoteca di Brera nel 2023 e 2024, l’esperienza sperimenta altrove altre strade.
A maggio del 2024 siamo ospitate alla biblioteca Largo Torrelunga di Brescia nel parco dell’Acqua per il corso Camera con vista portatile, progettato e realizzato con Elisa Zappa.
Insieme a 25 partecipanti, in particolare maestre dell’infanzia e insegnati della primaria, entriamo e usciamo da una giungla di libri illustrati di tutti i generi, da tutto il mondo e per tutte le età per scoprire il margine in cui si gioca la nostra relazione di vicinanza / lontananza con le immagini, esplorando dove vorremmo andare con la nostra immaginazione e ciò che avvertiamo come ostacolo e ci tiene a distanza.
Ci mettiamo in cerchio e condividiamo le immagini scelte, creando una molteplicità di binomi vicino/lontano che raccontano ciò che vogliamo avvicinare con il desiderio e ciò che ci ostacola per avvicinarlo.
Silenzio e rumore, ordine e disordine, sicurezza e pericolo, buio e luce, bianco e nero, astratto e figurativo, acquerelli pastello e grafica d’avaguardia a colori saturi, una lingua conosciuta o sconosciuta: i poli di ciò che percepiamo come accogliente o respingente si allontanano o si sovrappongono fino a confondersi e scambiarsi i ruoli all’incrocio di voci e interpretazioni diverse.
“Desidero immaginarmi capace di unire melanconia e pace” dice Paola, leggendo Quand tu t’en va di Agathe Marin.
Insieme, tessendo visioni diverse, proviamo a fare allo stesso modo: immaginarci capaci di unire ciò che ci attrae e ci respinge nelle illustrazioni e nelle storie con curiosità e libertà, pensando che
“tutto è bello. Le cose possono attrarre in modo complementare” Angela
“tutto questo mi ricorda l’arte, dove i confini scompaiono” Tullia
“anche i disegni che non erano belli a furia di guardarli li ho scelti. Al primo sguardo qualcosa blocca e magari non ci torno più. Ma poi se ho tempo guardo in un altro modo e i contrasti si stemperano” Elena
Alla fine della narrazione collettiva, davanti ai nostri piedi si è creata un’esposizione di libri in verticale con le pagine aperte verso gli altri, sollevando l’illustrazione a quadro come una sorta di pre galleria.
“L’albo illustrato è la prima galleria d’arte che il bambino visita” disse Kveta Pacovská.
In pausa pranzo smontiamo e rimontiamo questa esposizione spontanea per aprire nuove possibilità di visione.
L’albo illustrato vive della relazione tra testo immagine e altri elementi in una narrazione sequenziale, ma possiamo giocare con le storie al di là della loro forma all’interno dell’oggetto libro e per percorrere altre strade di lettura, immaginazione e relazione.
In balconata riallestiamo i libri aperti su lavagne per bambini, scombinando le coppie e creando una vera pinacoteca!
Accogliendo le partecipanti come all’ingresso di un museo, consegnamo a ognuna “una camera con vista portatile”: una cartolina con un buco da usare come lente con cui “inquadrare” le “opere” della “pinacoteca” come con un microscopio o un cannocchiale, a seconda della distanza che scegliamo di tenere, e focalizzare dove desideriamo andare con lo sguardo, avvicinandoci o allontanandoci.
Una volta individuato il dettaglio o la visione, ogni partecipante è invitato a catturarla con l’indelebile sull’acetato unito alla cartolina, a soffermarsi a guardarla come una piccola opera disegnata a mano, un vero e proprio mondo nato dal nostro sguardo, e dargli un titolo.
Montiamo su un cavalletto tutti i disegni ed Elisa raccoglie i titoli su un post-it nell’ordine di arrivo, mettendoli in connessione.
Meraviglia della nuova composizione: una visione d’insieme, cucitura delle voci e degli sguardi dei singoli.
“É stato bello andare a cercare, sono uscita dalla traccia. Ho mescolato due cose, ho trovato una sola poesia”.
“Ho scelto un particolare fuori dai libri che ho scelto, i bambini dovrebbero venire un po’ vicino, fare letture in due dimensioni: da lontano e da vicino”
“Comporre e scomporre costringe a scegliere senza sentire di fermarsi. Il collettivo non è più affezionarsi o spaventarsi del proprio”
“Lasciar guardare i libri ora penso sia il primo passo per iniziare a imparare a leggere: prima toccare, poi capire cosa leggere e cosa scrivere”
“Bisogna lasciare al bambino la la spontaneità del libro in modo dialogico, anche solo raccogliendo il libro e passandoglielo”,
Ci salutiamo scrivendo ciò che ci ha meravigliato sulla cartolina-visiore, da spedire alla persona a cui vogliamo raccontarlo per risvegliare il suo sguardo.
“Se un bambino deve tenere vivo il suo senso innato di meraviglia, ha bisogno della compagnia di almeno un adulto con cui condividerla, riscoprendo con lui la gioia, l’eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo.”
Rachel Carson, Brevi lezioni di meraviglia, nuova edizione Aboca 2024