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I MONDI SEGRETI DI MARIA JOSE FERRADA
Autobiografia, poesia e narrativa
Incontro con l’autrice, presenta la traduttrice Marta Rota Núñez (presenti Topipittori)
martedì 14 maggio alle 19
presso la libreria SpazioB**K, via Porro Lambertenghi 20 (terza vetrina a destra del civico!)
Le cose dormono, sognano piccoli sogni e si svegliano. A volte si mettono persino a parlare ed è una lingua che sembra un ronzio o un battito di ciglia. Per questo nella casa c’è un segreto…
Nel testi di M. J. Ferrada la dimensione del segreto è fondamentale: segreto è il linguaggio delle cose, che arriva solo alle orecchie degli ascoltatori più attenti; segrete sono le faccende degli adulti, che ai bambini risultano incomprensibili perché nascoste, occultate; segrete sono le verità e le vite minuscole dei più piccoli, che passano inosservate agli adulti; e segreti sono i primi tesori scoperti e gelosamente custoditi.
Alla libreria SpazioB**K la scrittrice presenterà il suo ultimo libro pubblicato in Italia con Topipittori Un albero, una gatta, un fratello.
Il primo suono che ho sentito è stato il cuore di mia mamma.
Quello, e il fischio del vento tra le foglie del gelso (il gelso che hanno piantato proprio di fronte al nostro giardino e che per ora è solo un arbusto). In quel primo ricordo devo avere circa una settimana di vita. Mio fratello dice che è impossibile, che le persone iniziano a conservare i primi ricordi quando hanno tre o quattro anni. Ho un orecchio e una memoria privilegiati, gli dico. Ti inventi sempre tutto, mi risponde. Abito in una città che si chiama Temuco.
Dopo il successo della raccolta poetica Il segreto delle cose, María José Ferrada torna per raccontare la propria infanzia cilena con la delicatezza e l’intensità che la contraddistinguono.
Dalla propria infanzia al segreto delle infanzie altrui, incontreremo Kramp, il romanzo pubblicato l’anno scorso da Edicola Edicoes (Premio Municipal de Literatura de Santiago 2018 e Premio Mejor Obra Literaria 2018 assegnato dal Ministerio de las Culturas, las Artes y el Patrimonio del Cile!) che racconta con ironia e nostalgia la storia della piccola M.
A sette anni M, invece di andare a scuola, viaggia ogni giorno per le polverose strade di un Cile di provincia, accompagnando D, il padre, nel suo lavoro di commesso viaggiatore di articoli di ferramenta.
E per finire, dalle storie d’infanzia alla memoria collettiva dell’infanzia con uno sguardo alla contemporaneità: un salto verso Una nave di nome Mexique, l’albo illustrato pubblicato da Edizioni Clichy che narra la storia del gruppo di 456 bambini spagnoli che il 27 maggio 1937 salì a bordo del transatlantico Mexique, salpando da Bordeaux con rotta verso il Messico.
Avevano programmato di rimanere lì per tre o quattro mesi, ma la sconfitta repubblicana e poi la Seconda guerra mondiale trasformarono il loro in un esilio definitivo. I «figli di Morelia», città messicana che li accolse, non tornarono mai più in Spagna, e se lo fecero, diversi decenni dopo, trovarono un paese, fratelli e paesaggi che non riconoscevano più. Una storia vera avvenuta molti anni fa che però ci parla senza troppa distanza delle tragedie non troppo diverse di chi è costretto oggi a lasciare la propria terra e la propria famiglia per sopravvivere.