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Lo sguardo infinito. Sull’arte e sul guardare al museo del paesaggio di Verbania

29 Ottobre 2023

«Lo sguardo è un incontro di movimenti. Quel che lo sguardo produce nasce da dinamismi che si sfiorano, si penetrano, si sfuggono, si fissano, si cercano. Ed è dalla collaborazione di tali forze che lo sguardo nasce o co-nasce con le cose.
Così, quando conoscere diviene frutto di un’intelligenza che recupera gli occhi, ovvero la propria capacità di guardare, sarà possibile accedere nuovamente a quello spazio in cui il mondo era infante perché era visto senza limiti, senza nomi, e perciò dotato di infinite possibilità.»
Emanuela Mancino, A perdita d’occhio. Riposare lo sguardo per una pedagogia del senso sospeso, Mursia VII edizione 2023.

Serena, grafica, al Museo del Paesaggio con la Biblioteca di Verbania, l’ha vissuto naturalmente:
«Tutti i libri scelti non li ho visti, e i libri che ho visto essere stati guardati da tutti non sono stati scelti. C’è una sorta di sguardo comune?
Ascoltarvi, poi, ha moltiplicato il mio sguardo sui libri».

Sabato 28 ottobre 2023 abbiamo portato al museo una nuova giungla di libri illustrati sull’arte e sul guardare per esplorare con 31 partecipanti le periferie del reale alla ricerca dell’ “insospettabile che diventa evidente” (Sylvain Tesson, La pantera delle nevi, Sellerio 2020).

Verbania
Museo del paesaggio di Verbania
Museo del paesaggio
Lo sguardo infinito, corso al Museo del Paesaggio
Lo sguardo infinito, corso al Museo del Paesaggio
Lo sguardo infinito, corso al Museo del Paesaggio
Lo sguardo infinito, corso al Museo del Paesaggio
Lo sguardo infinito, corso al Museo del Paesaggio
Lo sguardo infinito, corso al Museo del Paesaggio

Insieme abbiamo compiuto il gesto dello sguardo, abbiamo scoperto centinaia di oggetti-libro, abbiamo condiviso lo sguardo sugli oggetti, li abbiamo riscoperti attraverso lo sguardo degli altri, e abbiamo guardato oltre per connettere e immaginare.

«È il legame con gli altri che dà colore alle cose, le quali altrimenti appaiono smorte. C’è sempre il vuoto centrale dell’anima da arginare, per quello si seguono immagini viste o sognate, per raccontarle ad altri e respirare un po’ meglio.»
Gianni Celati, Verso la foce, Feltrinelli 1989.
Quello che ritroviamo in forma di storia ne Il bambino e la montagna di Marianna Coppo e Marco Bellini, con cui abbiamo chiuso l’incontro.

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