«Le cose ci spingono a dare ascolto alla realtà, a farla ‘entrare’ in noi aprendo le finestre della psiche, così da aerare una interiorità altrimenti asfittica (…) paradossalmente, le cose parlano tanto più di noi, di ciò che ci costituisce, quanto più le lasciamo esprimere nel loro linguaggio. (…) Il nostro rapporto con loro somiglia, in tono minore, a quello dell’amore tra persone: per amare qualcuno, l’altro deve essere un altro me stesso, uguale a me per sentirmi in sintonia con lui, ma, contemporaneamente, anche diverso da me , affinché mi completi in ciò di cui sono carente. (…) Da ogni cosa, considerata con simpatica attenzione, possono allora diramarsi differenti percorsi di curiosità e di ricerca»