





«E’ un vecchio libro giallo e consumato che parla di persone. E’ un leporello che si srotola, su cui sono riportati in parentesi graffe, andando indietro nel tempo, i nomi degli antenati di un Angelo Fantin, nato a milano nel 1974.
Si crea così una catena, che risale dai genitori ai nonni ai bisnonni e così via per trecento anni, che diventa sempre più vasta man mano che si torna indietro.
E ognuno, nato magari nei luoghi più lontani, fa nascere storie e destini, combinandosi inconsapevolmente con gli altri e con altri ancora non scritti. Ognuno è vissuto ed è morto, e la sua memoria e il suo ruolo sono stati dimenticati da chi lo ha seguito e ignorati da chi lo precedeva.
E dopotutto sarebbe un errore pensarmi come l’ultimo a destra della serie, punto di arrivo di esistenze che non conosco. Più onesto calarmi nel mezzo del flusso dei destini, ancora da decidere ma certi di mettersi a fuoco a poco a poco.»
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