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SPAZIALIZZARE IL RACCONTO

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In caso di annullamento del corso da parte della libreria per cause di forza maggiore, anche all’ultimo momento, è previsto il rimborso della sola quota di partecipazione.
3) È possibile disdire la partecipazione e chiedere il rimborso dell’importo versato fino a 14 giorni lavorativi prima dell’inizio del corso, dando comunicazione tramite telefono o mail alla quale la libreria dovrà dare conferma di avvenuta ricezione.

SPAZIALIZZARE IL RACCONTO
Far crescere l’albo illustrato in un racconto tridimensionale
con Fabio Fornasari
Domenica 27 ottobre 2019 dalle 10 alle 18 a SpazioB**K
100 euro

A CHI E’ RIVOLTO
Il corso è rivolto a tutti coloro che lavorano con le narrazioni sia in ambito educativo sia artistico (insegnanti, bibliotecari, librai, educatori, genitori, animatori ma anche attori, illustratori, grafici, designer, curatori di mostre, scenografi…). Per chi non vuol fare semplicemente uno “storytelling”, ma vuole sperimentare procedure per costruire uno spazio che genera storie nel momento in cui ci si immerge con le mani, con il corpo, con la mente.

DESCRIZIONE GENERALE E OBIETTIVI
La lettura di un albo illustrato è una esperienza che ci contiene spaziando all’interno di differenti linguaggi: testuali, visivi, materiali.
Ha una natura fortemente autoriale: mette in contatto l’intimità di chi legge con l’intimità di chi ha immaginato l’albo.
La lettura genera sempre spazi dentro di noi e a volte vorremmo poterci muovere al loro interno anche dopo la parola fine, abitarli per sempre.

Dare spazio all’albo illustrato, svilupparlo nelle tre dimensioni, parte dal pretesto di dare uno spazio di lettura a chi non vede, a chi ha bisogno di trasformare la lettura in uno spazio di azione per le mani.
Questo ha una prima conseguenza che trasforma l’albo in uno spazio di incontro e di dialogo e non di sola lettura.
L’obiettivo di questo corso è quello di condividere immaginari rendendo sensibile il racconto attraverso le mani.

Spazializzare una storia non è però fare una scenografia per il Kamishibai, non è quindi uno spettacolo teatrale di carta dove la lettura è sostituita dal racconto o ancor meglio dalla recitazione. Nel Kamishibai il lettore sta di fronte a una persona che recita per lui il racconto.
Non è neppure la costruzione di un libro pop-up dove una magia crea uno stupore.

Vogliamo invece creare una lettura dove immergere le mani e lo sguardo, dove l’albo si trasforma in uno spazio in cui fare capriole. Il libro si espande nelle tre dimensioni mantendo l’autonomia del lettore nello scoprire la storia.
Vogliamo mantenere quell’intimità che si crea leggendo un libro, vogliamo dargli spazio per poterla agire.
Mantenere sul piano della lettura il laboratorio significa non tradire la natura stessa dell’albo, il luogo dove si incrociano testo e illustrazione all’interno di una composizione grafica ed editoriale. Lo spazio è il linguaggio che aggiungiamo dopo che si è studiato e analizzato l’albo in tutte le sue parti.

PROGRAMMA
– un racconto a tre dimensioni (pensieri da abbandonare Kamishibai, pop-up)
– scelta di un albo illustrato. È possibile spazializzare qualsiasi albo?
– il primo strumento: le mani. Come si tocca? come toccano le mani? come si muovono? (i valori tattili, tattilità fine, percezione…);
– scomposizione dell’albo nei suoi linguaggi. Obiettivo riconoscere la storia, l’intimità che si crea nella lettura autonoma o condivisa;
– il racconto a tre dimensioni: costruire lo spazio
– la lettura come quarta dimensione

MATERIALI
Carta FABRIANO tipo PITTURA 400 grammi
Colori (tecnica a scelta)
Forbici e taglierini.

L’INSEGNANTE
Fabio Fornasari (1964) è architetto. Costruisce dispositivi per mostrare e raccontare storie di valore all’interno di progetti e installazioni museografiche, progetti di ambientazioni in spazi pubblici e ambienti di apprendimento. Progetti che hanno una dimensione di relazione: coinvolgono il pubblico all’interno di dinamiche di interazione cognitiva e sensoriale. A fianco di psicologi e pedagogisti sviluppa modelli educativi di frontiera. Collabora con differenti enti di ricerca e con l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna per il quale è ideatore e responsabile scientifico del Museo Tolomeo.

La sua vita in (parte dei) progetti realizzati
• Progetti di spazi che raccontano la modernità
2006 – Galleria d’arte Moderna, Museo dell’Ottocento, Via Palestro, Milano
2010 – Museo del Novecento, Arengario, Piazza Duomo, Milano
• Progetti di spazi che raccontano il futuro
2008 – Lucania Lab, Second Life (virtuale) – APT Basilicata
2011 – Mostra PIXAR – PAC Via Palestro. Milano
2012 – Mostra PIXAR – Palazzo Tè, Mantova
• Progetti di spazi che legano le nostre origini classiche al nostro presente
2012 – Museo Antiquarium dei reperti delle Terme di Caracalla, Roma
2013 – Mostra AUGUSTO, Scuderie del Quirinale, Roma
• Progetti che raccontano la cultura del paesaggio italiano
2014 – Ricostruzione del Lauretum e delle sistemazioni paesaggistiche per Villa di Livia – Prima Porta, Roma
2015 – Biodiversity Park – Area tematica – Expo Milano 2015
2016 – Erbario Migrante Contemporaneo – Accademia dell’Agricoltura – Cubiculum Artistarum – Biblioteca Archiginnasio, Bologna
2017 – La città che non sapeva di essere un erbario, Museo Tolomeo, Bologna
2017 – Erbario tattile, 1000 anni di erbari da toccare. Museo Tolomeo, Bologna
• Laboratorio-progetto di museo diffusi per raccontare un territorio
2012 – Museo diffuso della città di Patti, Messina
• Progetti di spazi immersivi e dispositivi cognitivi
2015 – Museo Tolomeo – Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, Bologna
• Progetto di ambiente di apprendimento
2017 – Atelier Museo Tolomeo – Istituto dei Ciechi Cavazza, Bologna