
“Il 26 novembre si è concluso il primo giro del mondo in barca a vela con dei bambini a bordo. A portare a termine l’impresa è stata la famiglia Kločkovi di Novosibirsk, in Russia” si legge nella sezione Viaggi di Internazionale 1443 del 13.01.22.
Racconta la mamma “Se un giorno mi chiedessero di indicare il nome di chi mi ha cambiato la vita, e quella di tutta la mia famiglia, risponderei Jules Verne”. Fin da bambina si era innamorata de I figli del capitano Grant, ma il sogno le era parso irrealizzabile fino all’arrivo di una figlia con l’asma bronchiale che spinge i genitori a prendere il largo. “Lo facciamo perché le nostre figlie possano toccare il mondo, invece di leggerne solo sui libri”.
Tutta colpa di Jules Verne! Un libro può cambiare la vita e portare “fuori”, non c’è pandemia che trattenga.
A partire da questo articolo, lunedì 31 gennaio 2022, abbiamo aperto un nuovo incontro de Il libro nella giungla alla Mediateca di San Lazzaro di Savena in Emilia Romagna, nato dalla lettura di questa esperienza e dalla suggestione che “Leggere al chiuso o all’aperto è un tema di grande interesse per la nostra progettazione che si sta sviluppando sempre più nelle area verdi”.
Insieme a un piccolo gruppo di bibliotecari delle area ragazzi di recente formazione e ad alcune bibliotecarie esperte abbiamo sperimentato fisicamente la lettura “fuori” nell’orto della Mediateca, dove abbiamo allestito una fitta giungla di libri illustrati da esplorare in libertà con l’obiettivo di scegliere due libri che “portano fuori”.
Ma cosa significa “fuori”?
Giorgia Grilli nel saggio Di cosa parlano i libri per bambini. La letteratura per l’infanzia come critica radicale (Donzelli 2021) apre una prospettiva preziosa: “Non sono i bambini delle società avanzate sempre «dentro»? Dentro gli appartamenti, dentro le aule delle scuole (..)? La moda dell’outdoor education, per altro tendenza comunque di nicchia, non nasce forse proprio da questa perversione, giunta a farsi percepire finalmente come tale? (..) I bambini che teniamo dentro non possono che sognare, grazie ai libri, una vita fuori, non possono soddisfare se non attraverso la letteratura «l’attrazione per l’esterno dalla famiglia, per l’infinita ricchezza di un mondo sociale, animale e di cose attraverso il quale andare girovagando (..). Con «fuori» in letteratura si intende questo: il mondo non solo umano, non solo civile, ma appunto animale, vegetale e pieno di altre strane creature che solamente uscendo di casa si possono incontrare, il mondo naturale (il mare, i fiumi, il cielo, la terra, il sottosuolo, le foreste), (..) ma anche quello soprannaturale, il mondo poli-affettivo (al di là delle relazioni strettamente famigliari) e quello spirituale, il mondo non solo dei vivi ma anche dei morti, con i loro possibili intrecci. Verso tutti questi mondo porta la letteratura” .
La letteratura per l’infanzia, sopratutto la grande letteratura, già di per sé porta “fuori”, come dimostra il viaggio intorno al mondo nato dalla lettura di Jules Verne.
Gaya Wisniewski, Anja, Marameo 2022
Un “fuori” che prende strade infinite e che abbiamo ritrovato nei libri usciti dalla giungla.
A livello materiale, le persone sono state traghettate “fuori” da un’inquadratura (una porta, una finestra, un orizzonte), una città, un mercato, o anche solo da una palla che un bambino vuole raggiungere e lo spinge a compiere i primi passi lontano dalla mamma. Da un bosco, un cielo, un’onda, dall’arte che dà risposte inaspettate a grandi domande irrisolte. “Fuori” ci portano tutti i corpi, le persone e le lingue che semplicemente non conosciamo. “Fuori” ci allunga il corpo di un libro, che ci stupisce: un formato, una forma, un packaging, una texture che non avevamo mai visto.
Ci porta “fuori” uno sguardo o un modo di essere diverso (ironico), un sogno, l’immaginazione, il desiderio di incontrare qualcuno, come noi o diverso da noi, e di scoprire qualcosa di nuovo.
Ci accompagna “fuori” la curiosità, l’attrazione, il fascino o la paura.
Che paura l’immensità dello spazio! Regina Giménez, Atlante geo-grafico, Topipittori 2021
E se, oltre ai libri che abbiamo incontrato, ci fermiamo a osservare quello che è successo ai nostri corpi, al nostro movimento, alla nostra percezione, che cosa è cambiato nel nostro modo di leggere “fuori”?
“In biblioteca mi sarei lasciato meno incuriosire, fuori mi sono lasciato di più affascinare”, ci racconta un bibliotecario.
Decontestualizzare la lettura amplifica i sensi, ci rende più liberi, ci coinvolge di più.
“Fuori” non solo nel senso di spazi a contatto con la natura all’aria aperta, ma tutti quegli spazi insoliti che possono ospitare libri e lettori.
“Colin Ward in educazione incidentale dimostra come l’educazione (nel senso di ex ducere – tirare fuori) passi attraverso un uso creativo dell’ambiente.
Per Ward ogni angolo della città è un’aula scolastica, ogni strada uno spazio di incontro e di sperimentazione di relazioni vitali, ogni contesto urbano o rurale è un luogo di apprendimento, ogni occasione è propizia per stimolare l’autonomia e la partecipazione diretta alla vita sociale.
Le strade della città, i prati e i boschi della campagna, gli spazi deputati al gioco (più o meno strutturato, gli scuolabus e i bagni delle scuole, i negozi e le botteghe artigiane, non solo offrono opportunità straordinarie per un’educazione informale, ma sono luoghi vivi e vitali per imparare (…) Costituiscono un’autentica risposta a quella curiosità, a quella ricerca spontanea, a quel naturale e istintivo bisogno di apprendere, che sono alla base di una profonda e coerente educazione libertaria”. Francesco Codello nella prefazione a Educazione incidentale, Colin Ward, Elèuthera 2018
A seconda degli stimoli che riceviamo il nostro cervello reagisce in modo diverso, comunicando al corpo di reagire in modi diversi. Invece di insistere sull’uso e lo stimolo delle facoltà razionali legate alla lettura negli ambienti tradizionali, possiamo provare a cercare quegli spazi che risveglino l’emisfero cerebrale destro e in cui il pensiero intuitivo si libera e i nostri corpi si muovono nello spazio più intensamente e in nuove direzioni.
L’invito è, allora, a uscire, a esplorare nuovi di lettura, oltre le librerie e le biblioteche. Nei parchi, nei boschi, al museo, al cinema…
L’architetto Bernard Rudofsky osservava che c’era un tempo in cui la strada per il bambino era “un libro aperto, superbamente illustrato, estremamente familiare eppure inesauribile”.