Presentazione della rivista Works That Works con Peter Bilak: ripensare i magazines
In un momento in cui le riviste cartacee riducono le proprie dimensioni, chiudono o passano on line, stanno nascendo anche nuovi progetti trasversali.
Works That Works è una rivista internazionale per menti curiose, che vuole sorprendere i suoi lettori mettendo insieme diversi argomenti legati alla creatività che migliora la qualità delle nostre vite. Dal 2012 pubblica, in formato digitale e cartaceo, saggi e storie originali e approfonditi su tutto ciò che può essere messo in relazione col design, presentando progetti, dall’India alle piccole città dei paesi Bassi, che possano contribuire a cambiare il modo di guardare il mondo. Ma soprattutto la rivista ha uno spirito aperto e amichevole: spera di pubblicare storie così belle e vere da essere raccontate a cena con gli amici.
La rivista non ha un distributore ufficiale perché crede nella distribuzione sociale, in cui le relazioni umane facciano da ponte per i rapporti commerciali. Un modo per sostenere le librerie indipendenti, coinvolgere i lettori come partners attivi e agenti della rivista e il lavoro di tutti sia equamente ricompensato.
Con Peter Bil’ak discuteremo di editoria, dei differenti modelli economici per rendere sostenibile una pubblicazione e, soprattutto, proveremo ad analizzare come la crisi attuale non è quella della “stampa vs il digitale” ma quella del vecchio modello pubblicitario ereditato dal diciannovesimo secolo.
Peter Biľak è nato in Cecoslovacchia e vive in Olanda. Lavora nel campo dell’editoria, della grafica e del type design, insegna alla Royal Academy of Arts all’Aia. Ha fondato l’officina tipografica e studio di design Typotheque nel 1999, la rivista Dot Dot Dot nel 2000, la piattaforma digitale Indian Type Foundry nel 2009 per disegnare e vendere caratteri sul mercato indiano e Works that Works nel 2012. E’ membro dell’AGI (Alliance Graphique Internationale).
Peter Bil’ak, “Works That Work, Making Magazines Today” from SVA MA Design Research on Vimeo.
