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Lasciate tranquilli
quelli che nascono.
Lasciate spazio
perché possano vivere.
Non preparate già
tutto pensato.
Non leggete a tutti
gli stessi libri.
Lasciate che siano loro
a scoprire l’alba,
a dare un nome ai loro baci.
Pablo Neruda
Poesia annidata nella prima pagina di Il bambino non è un elettrodomestico. Gli affetti che contano per crescere, curare, educare (Giuliana Mieli, Feltrinelli 2017).
Quella frase “Non leggete a tutti gli stessi libri” dovrebbe diventare mantra dell’educazione alla lettura.
Spesso cerchiamo teorie e tecniche per far amare i libri a bambini e ragazzi ma educare alla lettura è prima di tutto un’esperienza di ascolto dell’altro e di esplorazione del materiale, allenando noi adulti a capire chi abbiamo di fronte e a cercare, scoprire, guardare e conoscere tanti libri diversi che possano offrire a ogni bambino parole e immagini che abbiano qualcosa da dirgli.
A ogni bambino: non a una persona generica, ma proprio a te, a come sei fatto, a cosa ti piace, a quello che desideri, a cosa ti attraversa, e nello stesso tempo a quello che anche io ho voglia di comunicarti e farti scoprire.
Non serve nessun manuale di istruzioni per imparare a scegliere bene: educare alla lettura passa attraverso alla diversità dei libri, dei luoghi dove si possono trovare e alla fiducia che possiamo dare a questi oggetti, anche alleggerendo il ruolo di mediazione degli adulti come guida e animatore.
Come per un’alimentazione sana, quello che conta non è cancellare dalla dieta patatine fritte e Nutella (che noia sarebbe la vita altrimenti!) ma proporre una grande varietà di albi per assaggiare e sperimentare la ricchezza di stimoli data da differenti generi, formati e materiali, stili di illustrazione (digitale/materico, realista/astratto…), registri narrativi con cui si racconta una storia (serio, divertente, introspettivo…), approcci con cui si tratta un contenuto (didascalico o più evocativo e metaforico), mischiando i libri con altri strumenti illustrati o visivi che bambini e ragazzi hanno quotidianamente a portata di mano (riviste, album da disegno e di fotografie, enciclopedie ma anche film, cartoni animati…).
Anche il libro più bello non è mai un eroe solitario, ma tutti i libri cooperano tra loro per nutrire una persona da diversi punti di vista a tutte le età.
Richard Scarry, la Pimpa, i classici Disney, i Super Pigiamini, Peppa Pig, Piccolo Blu e Piccolo giallo, Nel paese dei mostri selvaggi, Topolino, Oh-oh!, non possono essere amici?
E così via per mille altre combinazioni editoriali che potremmo costruire quotidianamente tenendo insieme letteratura “bassa” e “alta” con uno sguardo luminoso e le braccia aperte, educando più noi stessi a esplorare la varietà e a verificare insieme a bambini e ragazzi che cosa “funziona” nell’appassionarli, piuttosto che a definire a priori che cosa è più utile o più bello.
“Educare all’esperienza, come educare all’esplorazione, è educare alla fiducia. È credere che ognuno sia portatore di domande significative. (..) Educare all’esperienza, educare attraverso l’esplorazione, cioè, è credere nella potenza delle cose, credere che quello che è in esse sia interrogativo e contemporaneamente già sapiente, così da rendere loro onore permettendo di essere, in sé e nello sguardo di chi le incontra, ma è anche credere nell’uomo, nell’uomo bambino – in tutte le sue forme, immagini ed evoluzioni – e nell’uomo adulto, nella loro capacità di ricerca, ascolto, cura”.