Francobolli Francobolli

Giulia Niccolai, Maurizio Osti

Emme Edizioni 1976

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Sbaglierebbe chi interpretasse questo divertente e raro libretto, frutto della sinergia tra la poetessa e scrittrice milanese Giulia Niccolai con il grafico e pittore bolognese Maurizio Osti, come un semplice divertissement, un gioco di rimandi e d’incastri fra i testi, quasi didascalici, e le riproduzioni ingigantite dei francobolli, qua e là corrette da interventi minimali ma mirati dell’artista. Il libro, pubblicato nel 1976 dalle Emme Edizioni, all’epoca dirette da Rosellina Archinto, nasce da un’idea germinata tre anni prima nella cucina/fucina di Mulino di Bazzano governata da Adriano Spatola e Giulia Niccolai e dove ogni tanto passava anche Maurizio Osti: la comune passione per i francobolli li condusse a elaborare il progetto di un libro per bambini da proporre appunto alle Emme Edizioni, specializzate in pubblicazioni per l’infanzia.
Il progetto iniziale fu poi rielaborato per esigenze editoriali, ma conservò la duplice funzione che la Niccolai ed Osti si erano prefissi, da un lato quella di creare una piccola opera didattica mirante a trasmettere non solo la passione per la filatelia ma soprattutto la curiosità per la conoscenza del mondo e della sua illustrazione, perfetta nei disegni miniaturizzati dei francobolli, ma proprio per questo spesso inavvertita dai distratti utilizzatori; dall’altro quella di costruire un altro tassello nel mosaico della poesia visiva, che dalla metà degli anni ’60 costituiva uno dei terreni più fecondi nel vasto campo della sperimentazione letteraria e artistica. FRANCOBOLLI FRANCOBOLLI si presenta perciò come un libro per bambini e ragazzi che conserva una forte connotazione di libro d’artista.
Il viaggio attraverso il mondo percorso sulla scia delle immagini filateliche parte così sulle ali del primo Concorde supersonico nel 1969, sorvolando poi i Monti Tatra cecoslovacchi, le savane del Mali e della Mauritania, i fiumi americani,  proseguendo su un veliero francese diretto in Thailandia. Ma ci sono anche le occasioni per vedere come i francobolli americani con il ritratto di George Washington sembrino quadri e viceversa, oppure per provare a disegnare un francobollo sulla pagina bianca offerta, così come hanno fatto dei bambini canadesi nei francobolli riprodotti in precedenza. Ecco anche il francobollo svizzero “che non c’è”, ottenuto da Osti svuotando la cornice del castello celebrato, lasciandone i contorni e riproducendo il maniero nella pagina accanto. Fino alla dimostrazione di come funziona e che cosa significa la riproducibilità dell’opera d’arte, con l’esempio del quadro di Caravaggio copiato all’interno di un francobollo, offrendo anche qui la possibilità ai giovani lettori di completare a piacimento l’opera del pittore, opportunamente limitata ai soli contorni dal solito Osti. Il quale si è sbizzarrito anche con l’ultimo francobollo, riproducente la Porta del Leone delle mura di Gerusalemme intervenendo sugli elementi architettonici per far emergere al centro i tratti di un muso leonino piangente: bravo!
Il documento è completato dalle biografie e dalle foto degli autori. Anche se il Concorde non c’è più, da collezionisti di francobolli, quale sono anch’io un augurio di  Bon Voyage ai complici lettori.
Maurizio Spatola