



Il transito mite delle parole
Gianni Celati
Quodlibet 2022
Cosa pensi tu dell’avventura?
Mi viene subito da pensare che l’avventura non abbia niente a che fare col desiderio, col desiderare qualcosa di tangibile e localizzato. Anzi, gli stati desideranti mi sembrano aspetti dell’impotenza in cui si vive.
Nelle mitologie tradizionali c’è una figura, che in inglese si chiama trickster.
È la figura di un eroe che ne combina di tutti i colori, ma resta sempre un po’ incomprensibile, perché la sua ricerca non corrisponde ad un desiderio già definito.
Come il bambino, che non ha ancora idee precise sugli oggetti socialmente desiderabili, quegli stessi che poi gli bloccheranno la testa per sempre. Così anche gli eroi delle fiabe, noi non sappiamo mai di preciso cosa cercano e cosa si aspettano. Sappiamo solo che devono compiere un percorso obbligato, e così trovare il mondo. Qualcosa del genere avviene negli stati di disperazione, quando tutto il desiderabile sociale ti crolla sotto gli occhi. Allora si affaccia al tuo orizzonte l’Altro, come il principio delle tue attese e della tua ricerca. E devi percorrere un percorso obbligato, non per catturare qualcosa di preciso, ma semplicemente per trovare l’Altro.
Gianni Celati, 1982 tratto da Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste 1974-2014 / 644 pagine