Emma Adbage è svedese: gibolli, sbucciature, sangue, morte, cacca, spazi aperti poco colorati, pericoli, disegni sghembi, divieti, proteste e ribellioni non fanno paura dentro un libro che è sulla cresta dell’onda nel dibattito attuale sulla scuola tra spazi chiusi e all’aperto, tra istruzione e auto-apprendimento.
«All’improvviso però vediamo una cosa».
La voce narrante è di una bambina ma il suo tono è sempre corale, come le illustrazioni dove nessuno è mai da solo. E’ un libro di educazione visiva, come Guizzino di Lionni.
La capacità di vedere dell’infanzia, di trovare soluzioni con l’immaginazione, di correre da tutte le parti e non dritto.