





«Il corpo è una stratificazione di segni: ogni gesto mette in moto u orizzonte iconografico che è contenuto nell’anatomia. Le vertebre, dunque lo scheletro e tutto il sistema articolare, richiamano all’archeologia e dunque alle funzioni primarie dell’uomo. Partendo da questa idea di archeologia del gesto , attivo un processo di scavo che riguarda al contempo le età dell’uomo – attraverso gesti come il cullare, la quadrupedi, i movimenti a carponi o l’andatura su due gambe – e le diverse epoche storiche e la gestualità che le hanno segnate. (…) L’archeologia del gesto è anche la riscoperta di un numero imprescindibile di funzionalità, che si annidano nella capacità articolare della struttura ossea: fare cose che non sappiamo di poter fare. Questo significa esplorare un potenziale gestuale di ogni individuo, e poco importa che sia un danzatore professionista o un amatore.»
Anatomia del gesto. Conversazione con Virgilio Sieni di Enrico Pitoni