La pedagogia speciale, in quanto modo di essere della scienza dell’educazione, viene analizzata dall’autore nelle sue caratteristiche distintive. Peculiarità definitesi nel corso del tempo mediante una costante interlocuzione della pedagogia speciale con la pedagogia tout court, così come con la medicina, la psicologia, l’antropologia, la filosofia e altre discipline. Questa propensione al dialogo interdisciplinare emerge chiaramente dal rapporto dialettico che la pedagogia speciale ha intrapreso con diverse prospettive e differenti modelli interpretativi della disabilità e dei processi inclusivi (bio-medico, bio-psico-sociale, Capability Approach, Universal Design for Learning, Disability Studies, analisi istituzionale). La pedagogia speciale, dunque, rappresenta per la scienza dell’educazione una forza istituente capace di anticipare molte questioni educative di grande rilievo. Proprio a partire da questi assunti, l’autore cerca anche di delineare la relazione tra pedagogia speciale e pedagogia inclusiva, assumendola come una dialettica istituente in grado di introdurre elementi di analisi innovativi sul piano epistemologico. Un’operazione necessaria per evitare, da un lato, posizionamenti predefiniti e arroccamenti identitari, dall’altro, operazioni di mero maquillage, che poco apportano all’evoluzione del pensiero scientifico.