I nostri figli non leggono niente. Vorremmo così tanto che leggessero. Non è vero, cari miei. Non volete davvero che leggano, volete che riescano negli studi, è ben diverso. Non volete fare di loro dei lettori, volete fare di loro dei laureati. Non volete che prendano il volo nella letteratura, volete che sappiano parlare in maniera intelligente di libri che non hanno letto. Non avete, insomma, alcun desiderio particolare di farne dei lettori. E poi, in fondo, cos’è un lettore, o una lettrice?
Un lettore, una lettrice, mentre leggono, mentre sono immersi in un bel romanzo, diventano ciò che non sono più: non più un’insegnante, non più un’editrice, non più un contadino, non più un’infermiera, non più un operaio, non più un’avvocata, non più un meccanico, non più una disoccupata, non più un gangster, non più un poliziotto, non più un cittadino, non più un’elettrice, non più un malato, non più una vedova, non più un padre, non più una madre, un marito, una moglie, un figlio, una figlia. Un lettore è ciò che resta di noi quando leggiamo, e che resiste a qualunque definizione. E’ la libertà pura e semplice.
Daniel Pennac, Robinson 4 luglio 2020
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